Sindrome del Tunnel Carpale

23.10.2020

Che cos'è il Tunnel Carpale? Che cosa provoca la sua sindrome?

In questo nuovo post, parleremo della sindrome del Tunnel Carpale (STC), patologia molto frequente, anche fra i musicisti.

Il tunnel carpale è un canale che mette in contatto la loggia anteriore dell'avambraccio con il palmo della mano. Delimitato su tre lati dalle ossa del carpo e sul quarto dal legamento trasverso del carpo, contiene i 9 tendini dei muscoli flessori delle dita, avvolti nelle rispettive guaine, e il nervo mediano che, originando dal plesso brachiale, va a innervare i muscoli abduttore breve del pollice, opponente del pollice e il capo superficiale del muscolo flessore breve del pollice A livello di sensibilità, innerva le prime tre dita della mano e metà dell'anulare nella porzione palmare. A livello dorsale, invece innerva solo la falange distale delle prime tre dita (la porzione con l'unghia), mentre il resto è di competenza del nervo radiale. Il terzo nervo della mano, il nervo ulnare è deputato alla sensibilità di metà dell'anulare e del mignolo sia a livello del palmo che del dorso. 

Dalla descrizione anatomica, si può facilmente intuire quanto questo spazio sia piccolo e in equilibrio precario. La Sindrome del Tunnel Carpale è quindi la compressione del nervo mediano al suo passaggio nel tunnel sopra descritto. Questa patologia è molto frequente, soprattutto al di sopra dei 50 anni e fra le donne. Le cause possono essere diverse, come ad esempio l'ipertrofia sinoviale dei tendini, anomalie anatomiche, traumi (come una frattura del polso), tumori, infezioni e problematiche dismetaboliche come il diabete. L'ipertrofia sinoviale dei tendini, che è senza dubbio la causa più frequente, si verifica in seguito a lavori usuranti che richiedono movimenti ripetitivi di flessione di polso e delle dita. Di conseguenza, lavori al computer, lavori manuali come la scrittura o la sartoria e l'uso di strumenti musicali sono sicuramente le condizioni in cui questa patologia si manifesta più facilmente.

I sintomi della Sindrome variano in base alla gravità del quadro clinico. Inizialmente infatti, durante la fase irritativa, si avrà una sensazione di torpore e/o formicolio a livello delle prime tre dita e soprattutto nelle prime ore del mattino, a causa di una posizione del sonno con polso in flessione, frequentemente assunta da moltissime persone. Inoltre, spesso si manifesta anche dolore, che può irradiarsi risalendo fino alla spalla. Successivamente, nella fase deficitaria, compaiono i primi sintomi di sofferenza muscolare con impaccio della mano e ipotrofia dell'eminenza tenar (la regione del pollice sul palmo della mano). Nei casi più gravi, quando la compressione nervosa è importante o prosegue per molto tempo, si può arrivare alla completa paralisi delle prime tre dita della mano visibili dal tipico atteggiamento della "mano benedicente", quando viene chiesto al paziente di chiudere tutte le dita.

Mano benedicente, le prime tre dita sono impossibilitate alla flessione
Mano benedicente, le prime tre dita sono impossibilitate alla flessione

Per la diagnosi di questa patologia, oltre alla valutazione della sensibilità e della muscolatura è possibile eseguire alcuni test provocativi che confermano la presenza di sofferenza nervosa. Il test di Phalen si esegue facendo porre al paziente le mani una contro l'altra a livello del dorso, con le dita rivolte in basso e i polsi flessi a 90°. La flessione del polso, aumenta la pressione sul nervo mediano e causa la comparsa di parestesie in presenza di STC. Il test è considerato positivo se i sintomi compaiono entro un minuto. Il test di Durkan consiste nella compressione manuale del nervo a livello del tunnel e il test di Tinel, positivo nelle fasi più avanzate della patologia, si esegue percuotendo con il dito il decorso del nervo mediano appena prima del tunnel. Questo gesto, in presenza di TSC provoca una sensazione di scossa nel territorio di innervazione del nervo.

La diagnosi, viene normalmente effettuata tramite l'esame clinico ma, nei casi più incerti, è possibile eseguire un'elettromiografia per verificare lo stato di conduzione del nervo. La terapia è quasi sempre di tipo conservativo con uso di antinfiammatori e neurotrofici, riposo dall'attività scatenante e uso di tutori notturni per mantenere il polso in posizione neutra. La chirurgia è indicata in caso di fallimento del trattamento conservativo e/o in presenza di sintomatologia severa e costante. L'intervento consiste nella decompressione del tunnel tramite una piccola incisione. Successivamente, soprattutto in seguito alla chirurgia, è utile eseguire fisioterapia per trattare la cicatrice e ripristinare un corretto equilibrio funzionale, soprattutto in relazione all'attività lavorativa svolta.

Per quanto riguarda i musicisti, secondo lo studio condotto da Lederman, i disturbi da intrappolamento nervoso erano riscontrabili nel 20% dei 1353 pazienti esaminati. La Sindrome del Tunnel carpale, che anche per questa categoria rappresenta il disturbo nervoso periferico più frequente, si verifica con maggiore facilità negli strumenti ad arco a causa della posizione statica in flessione di polso a sinistra e dei ripetuti movimenti a destra. Chitarristi, percussionisti e strumentisti a fiato possono essere ugualmente colpiti anche se in percentuale minore. 


BIGLIOGRAFIA 

Grassi FA, Pazzaglia UE, Pilato G, Zatti G. "Manuale di ortopedia e traumatologia". Seconda edizione, Elsevier, 2012  

Lederman RJ. "Neuromuscolar and musculoskeletal problems in instrumental musicians". Muscle Nerve. 2003; 27:549-561 

Bejjani FJ, Kaye GM, Benham M. "Musculoskeletal and neuromuscolar conditions of instrumental musicians". Arch Phys Med Rehabil. 1996; 77:406-13

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