Sindrome Compartimentale e Sindrome di Volkmann

14.10.2020

Che cos'è la Sindrome Compartimentale? Quando si parla di Sindrome di Volkmann?

Nello scorso post, parlando di tendiniti al polso, abbiamo accennato a una complicanza grave dell'infiammazione, ovvero la sindrome compartimentale. Questa sindrome però, può essere causata anche da altri fattori ed è per questo che, anche se non è strettamente legata al mondo dei musicisti, vale la pena conoscerla per poter intervenire tempestivamente, poiché è una complicanza frequente e spesso sottovalutata.

La Sindrome Compartimentale è un insieme di segni e sintomi causati dall'aumento di pressione in uno spazio anatomico chiuso e piccolo che impedisce la normale perfusione vascolare con la conseguenza che i tessuti, ischemizzati, vanno incontro a necrosi. Questo aumento di pressione può essere causato da diversi fattori, sia esterni che interni. I fattori esterni possono essere un'ingessatura o un bendaggio troppo stretti che comprimono ulteriormente l'edema che fisiologicamente si forma in seguito a una frattura o una contusione. I fattori interni invece possono essere una forte infiammazione da usura, come nel caso delle tendiniti ma anche, una reazione allergica o un'infezione locale data ad esempio da una puntura di insetto. I segni e i sintomi caratteristici di questa sindrome sono la comparsa di forte dolore, spesso sproporzionato rispetto all'entità del trauma principale, parestesie, formicolii, alterata funzionalità motoria e infine, se non si interviene in tempo, la paralisi. Nei casi più gravi, se i tessuti stanno andando incontro a necrosi si verificano anche pallore della cute e assenza di pulsazioni. Tutti i sintomi compaiono nel giro di poche ore o pochi giorni.

Nel caso in cui, la causa sia un fattore esterno come un gesso troppo stretto, è necessario dirigersi tempestivamente in pronto soccorso o dal proprio ortopedico per far rimuovere il gesso e ricostruirne un altro più adeguato, in modo che i tessuti interni tornino a respirare. Nel caso di fattori interni invece, il trattamento, come abbiamo già accennato nello scorso post, è esclusivamente chirurgico, tramite fasciotomia, volto a liberare le strutture compresse, aspirare l'edema e creare spazio per consentire una normale perfusione sanguigna. Talvolta, si può decidere di iniziare con un trattamento farmacologico a base di antinfiammatori e ghiaccio per cercare di far diminuire l'edema in modo conservativo. Se invece i tessuti sono già necrotizzati si può decidere di intervenire amputando la zona colpita.

Quindi, nel caso in cui, in seguito a un'ingessatura, a una puntura di insetto o a un'infiammazione acuta, compaiano i sintomi sopra citati, è fondamentale dirigersi immediatamente in pronto soccorso o avvertire il proprio medico. La Sindrome Compartimentale purtroppo viene spesso sottovalutata poiché, il dolore in seguito a una frattura o a un altro evento traumatico è assolutamente normale e quindi non si pensa che il nuovo dolore descritto dal paziente possa essere causato da altro, come per l'appunto, l'aumento di pressione e la sofferenza dei tessuti. Nella mia esperienza, mi è capitato qualche volta di assistere a un inizio di Sindrome Compartimentale, soprattutto dovuta a ingessature sbagliate. Fortunatamente, intervenendo in fretta, non ci sono state conseguenze per il paziente. 


La Sindrome Compartimentale può verificarsi in ogni parte del corpo, soprattutto nelle zone piccole dove coesistono tante strutture diverse. Quindi, le zone più colpite sono sicuramente i polsi, la gamba, le caviglie e gli avambracci. Nel caso di quest'ultimi, la Sindrome Compartimentale assume un nome specifico: Sindrome di Volkmann. La Sindrome di Volkmann è la compressione, con possibilità di necrosi, delle strutture della loggia anteriore dell'avambraccio, normalmente generata in seguito a gravi traumatismi del gomito o dell'avambraccio stesso, ma anche da ustioni e schiacciamenti . In alcuni casi, a seguito di un forte trauma, è possibile avere la lacerazione dell'arteria omerale. Anche in questo caso, l'intervento deve avvenire rapidamente rimuovendo la causa scatenante (gesso o fasciature) oppure aprendo chirurgicamente la zona. Ad ogni modo, nel caso in cui i tendini e i muscoli siano già andati incontro a paralisi, c'è la possibilità, a seguito dell'intervento, di lavorare tramite fisioterapia sulle deformità e riacquisire una funzionalità normale dell'arto interessato. L'importante, lo ribadiamo, è intervenire rapidamente e risolvere la situazione prima che insorgano sintomi e segni ben più gravi che possono portare a condizioni di disabilità permanente. 


BIBLIOGRAFIA

Grassi FA, Pazzaglia UE, Pilato G, Zatti G. "Manuale di ortopedia e traumatologia". Seconda edizione, Elsevier, 2012  


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