Rizoartrosi

Che cos'è la rizoartrosi? Colpisce anche i musicisti?
Nel post di oggi, ancora dedicato alle mani, parliamo dell'artrosi del pollice, anche chiamata rizoartrosi.
La rizoartrosi del pollice è la degenerazione artrosica dell'articolazione trapezio-metacarpale, ovvero l'articolazione cosiddetta "a sella" che intercorre fra l'osso Trapezio (uno delle 8 ossa del polso) e il primo osso metacarpale. Questa articolazione è inoltre stabilizzata da legamenti e muscoli intrinseci ed estrinseci del pollice. I muscoli intrinseci formano l'eminenza Tenar (la zona alla base del pollice) e sono l'Abduttore Breve del Pollice, l'Opponente, il Flessore Breve e l'Adduttore del Pollice. I muscoli estrinseci (che originano quindi dall'avambraccio) sono invece il Flessore Lungo del Pollice, l'Abduttore Lungo, l'Estensore Breve e l'Estensore Lungo. Come abbiamo già visto in precedenza, l'Abduttore Lungo e l'Estensore Breve vengono coinvolti nella Sindrome di De Quervain.

La rizoartrosi del Pollice rappresenta una degenerazione articolare piuttosto frequente a causa dell'elevata mobilità dell'articolazione stessa e dei frequenti movimenti del pollice in ogni attività della vita quotidiana. Essa infatti, rappresenta, da sola, il 10% di tutte le localizzazioni artrosiche del corpo e può presentarsi sia in forma isolata che associata ad artrosi in altre zone della mano. Una cosa importante da dire è che, una rizoartrosi, può insorgere anche come conseguenza di un'iperlassità legamentosa non trattata che porta in primo luogo a una sinovite e successivamente alla degenerazione articolare. L'iperlassità infatti, causando instabilità costringe l'articolazione e i muscoli a sovraccaricarsi per cercare di stabilizzare il movimento. I muscoli andranno quindi incontro a irrigidimento, mentre l'articolazione inizierà a usurarsi. In particolare, questa patologia colpisce le donne nella fascia d'età fra i 50 e i 70 anni ma non è escluso che possa interessare persone più giovani che svolgono lavori usuranti con le dita.
La degenerazione avviene in modo progressivo ed è quindi possibile distinguere degli stadi di malattia. Inizialmente, il sovraccarico, l'iperlassità legamentosa e/o i movimenti ripetitivi possono causare l'infiammazione della sinovia con versamento intrarticolare. Successivamente, inizia il processo di degenerazione della cartilagine per cui la rima articolare si riduce e compaiono osteofiti (neoformazioni ossee che impediscono ulteriormente il corretto movimento articolare). Nelle fasi più avanzate poi, la base del primo metacarpo si sublussa andando in direzione dorsale e, di conseguenza, modificando la biomeccanica articolare. Infine, nei casi più gravi si può arrivare all'anchilosi dell'articolazione nella posizione di sublussazione con la comparsa del "pollice a zeta".

Il quadro clinico di questa patologia si caratterizza per la rigidità articolare, la difficoltà di movimento e il dolore localizzato alla base del pollice, che compare all'inizio delle attività e persiste anche a riposo arrivando, talvolta, a rendere difficoltoso lo svolgimento delle normali attività quotidiane. La diagnosi viene eseguita attraverso l'esame clinico, con il supporto di radiografie per verificare lo stato di salute articolare. Il trattamento è, nella maggior parte dei casi, di tipo conservativo con l'impiego di tutori per immobilizzare e scaricare l'articolazione, farmaci e terapie fisiche antinfiammatorie. La chirurgia viene scelta nei casi più gravi che presentano soprattutto forte dolore. Gli interventi possibili sono molteplici in base all'età, al quadro clinico e alle esigenze del paziente. La protesi, che in altre articolazioni come ginocchio e anca, è la scelta più efficace, in questo caso non garantisce risultati eccellenti a causa delle ridotte dimensioni dell'articolazione e dell'alta mobilità della stessa. La fisioterapia può essere utile soprattutto in seguito alla chirurgia per riprendere l'attività lavorativa in breve tempo e in sicurezza.
Nei musicisti, la rizoartrosi si verifica con più facilità negli strumentisti a fiato poiché, molti di essi, usano il pollice per sostenere il peso dell'intero strumento. Di conseguenza, oboe, clarinetto e corno inglese sono i più colpiti.
Negli strumenti ad arco come violino e viola, una presa troppo eccessiva sul manico può dare inizio all'infiammazione articolare.
Nel caso degli strumenti a fiato sarà fondamentale collaborare con l'insegnante e il paziente stesso per confezionare dei tutori che supportino il pollice e per trovare delle soluzioni ergonomiche che permettano comodità e una buona tecnica musicale. Ad esempio, costruire un poggiadito personalizzato in base alla statura del paziente e alla grandezza delle sue mani.
Per gli strumenti ad arco invece, sarà importante lavorare sul rilassamento muscolare ma soprattutto sulla consapevolezza corporea, per far realizzare al paziente quale sia la presa più corretta sul manico.
Quindi, come abbiamo già detto più volte sarà importante intervenire tempestivamente per evitare di arrivare a stadi avanzati di malattia e collaborare con diverse figure e il paziente stesso per creare la migliore soluzione possibile per lui.
BIBLIOGRAFIA
Grassi FA, Pazzaglia UE, Pilato G, Zatti G. "Manuale di ortopedia e traumatologia". Seconda edizione,
Elsevier, 2012
Guidi G, Pfanner S, Ceruso M. "Il pollice del musicista". Riv Chir Mano. 2011: vol.48 (2)