L'ambiente musicale

Perché la fisioterapia per musicisti rimane ancora oggi un argomento di nicchia?
Nell'articolo precedente abbiamo visto che cos'è e come nasce la Medicina Dell'Arte, ma, abbiamo anche visto che nonostante gli enormi progressi resta ancora oggi un ambito di nicchia, poco conosciuto sia alle figure mediche che ai musicisti stessi. Perché?
Partiamo subito da una considerazione molto importante: i musicisti sono degli atleti a tutti gli effetti. Quando si pensa agli atleti ci si immagina sempre grandi sportivi impegnati in ore e ore di allenamenti e competizioni. Ecco che, i musicisti, non sono poi così lontani da questa definizione: anche loro infatti, dedicano moltissimo tempo alla pratica, allo studio e alla ripetizione dei gesti necessari ad ottenere un'esecuzione perfetta. La differenza però, è che i musicisti non si considerano e soprattutto non vengono considerati dalla medicina come atleti ad alto livello. Questo porta a uno scarso interesse verso questo ambito e a una conseguente mancanza di terapie preventive e di trattamento.
Un secondo aspetto fondamentale è la mancanza di tempo. Un atleta, anche se professionista, ha degli orari di allenamento stabiliti e, al di fuori di essi, può dedicarsi ad altro. Inoltre, gli allenamenti sono molto variabili e prevedono l'alternarsi di parti di preparazione atletica con parti di tecnica e pratica. Per i musicisti invece il discorso è diverso. Prendiamo ad esempio un ragazzo che frequenta il conservatorio. Quando finisce la giornata in conservatorio, un ragazzo deve dedicare anche il resto del tempo alla pratica musicale, esercitandosi molte ore su ciò che è stato spiegato in aula, avendo come risultato il non fermarsi mai. Lo stesso discorso vale per gli adulti facenti parte di un'orchestra: anche loro sono costantemente impegnati nelle prove, soprattutto in vista delle stagioni concertistiche.
Un terzo aspetto importante è l'elevata competitività presente negli ambienti musicali che porta i musicisti ad avere atteggiamenti di perfezionismo quasi maniacale e a sottovalutare o non considerare affatto i propri disturbi per paura di essere considerati non all'altezza e per evitare di fermarsi e perdere il posto in favore di un collega. Un falso mito molto frequente infatti, è quello secondo cui "se sento dolore significa che non sono abbastanza bravo, quindi devo esercitarmi di più". Niente di più sbagliato!
Per dare l'idea di quanto sia sottovalutato questo campo, vi riporto i dati di uno studio eseguito su 180 studenti del Conservatorio Statale di Praga. Fra questi, il 48,4%, in presenza di un dolore o altro disturbo fisico, consulta primariamente il proprio insegnante e solo in casi estremi, una figura medica o riabilitativa. Il 35,2% invece, non cerca alcun aiuto!
Riassumendo, l'ambiente musicale rimane ancora oggi molto chiuso nei confronti della medicina e, dall'altro lato, la medicina non considera questi professionisti come atleti ad alto livello e non dedica loro la giusta attenzione. Ecco perché la Medicina Dell'Arte è ancora oggi un ambiente di nicchia ma che, a mio parere, ha il dovere e la necessità di crescere enormemente per poter dare risposte efficaci a quei musicisti che ne hanno bisogno.
BIBLIOGRAFIA
Ioannou CI, Altenmuller E. "Approaches to and treatment strategies for playing-related pain problems among Czech instrumental music students". Med Probl Perform Art. 2015; 30(3):135-142