L'infiammazione acuta e cronica

Che cos'è l'infiammazione? Quando un'infiammazione acuta diventa cronica?
Nei post precedenti, abbiamo più volte accennato a disturbi specifici di tipo infiammatorio come l'epicondilite o l'infiammazione dei tendini della cuffia dei rotatori. Siccome è stato richiesto, questo post parlerà dell'infiammazione in senso lato e vedremo anche quando un'infiammazione diventa cronica.
L'infiammazione è un processo fisiologico messo in atto dal nostro corpo quando compare un'alterazione dello stato di salute in una determinata area corporea. Lo scopo della risposta infiammatoria è quello di eliminare, in breve tempo, l'agente scatenante e dare il via ai processi riparativi che, grazie alle cellule superstiti, potranno ricostruire ex novo il tessuto leso. L'infiammazione può verificarsi a causa di agenti esterni (puntura di insetto, virus o batteri, frattura, intervento chirurgico etc) ma anche tramite modificazioni interne come l'usura di strutture tendinee e articolari. Quando il nostro corpo subisce un danno fisico, chimico o biologico, mette in atto una vera e propria cascata di reazioni chimiche guidate dal sistema immunitario volte alla pulizia della zona lesa. In particolare, il processo infiammatorio si caratterizza per: vasodilatazione, migrazione dei leucociti (cellule del sistema immunitario) necessari alla riparazione e formazione dell'essudato. I sintomi principali per riconoscere un'infiammazione sono quindi:
- Dolor: la zona colpita scatena una reazione dolorosa più o meno forte
- Calor: quando inizia la risposta infiammatoria, si assiste a un aumento della temperatura in quella zona. Nel caso in cui l'infiammazione interessi tutto il corpo, come nel caso di un'infezione batterica o virale, si avrà un aumento della temperatura generale, ovvero la comparsa di febbre.
- Tumor: un'infiammazione causa sempre la formazione di essudato, quindi nella zona interessata si osserverà gonfiore più o meno evidente
- Rubor: a causa della vasodilatazione e della risposta immunitaria, la zona colpita risulterà arrossata
- Functio lesa: la zona subirà un'alterazione funzionale.
Il processo infiammatorio, è nella maggior parte dei casi un evento acuto che si risolve spontaneamente in pochi giorni. Talvolta però, per diversi motivi come la mancata eliminazione dell'evento scatenante, l'infiammazione può diventare cronica durando settimane, mesi o anni. In questo caso, si assiste dapprima ad una progressiva riduzione dei fenomeni vascolo ematici e della quantità di essudato, come avviene anche nel processo di guarigione, mentre contemporaneamente i neutrofili vengono sostituiti da un infiltrato cellulare costituito prevalentemente da macrofagi, linfociti, plasmacellule e cellule NK che si dispongono attorno alla parete vascolare come un manicotto che ne induce la compressione e causa uno stato di sofferenza tissutale. Successivamente i fibroblasti possono essere stimolati alla proliferazione culminando con una eccessiva formazione di tessuto connettivo che costituisce la cosiddetta fibrosi o sclerosi. Inoltre, la presenza duratura di uno stimolo doloroso può scatenare la cosiddetta "sensibilizzazione centrale", ovvero un aumento della reattività dei neuroni nocicettivi del sistema nervoso centrale. Questo aumento di reattività è una risposta adattativa fisiologica che ha il compito di proteggerci da un danno in atto o potenziale. Tuttavia, se sono presenti stimoli dolorosi intensi, duraturi e ripetuti, il neurone centrale può rimanere sensibilizzato anche dopo la cessazione dello stimolo che l'ha attivato, scatenando fenomeni come l'iperalgesia secondaria (aumentata risposta a stimoli dolorosi al di fuori della zona di lesione o infiammazione), l'allodinia (aumentata risposta a stimoli normalmente non dolorosi anche al di fuori della zona di lesione o infiammazione) e l'ampliamento del campo recettoriale del neurone.
Ora che abbiamo spiegato brevemente che cos'è l'infiammazione acuta e come può evolvere in uno stato di cronicità, è giusto concentrarsi sulle infiammazioni da usura, soprattutto dei tendini, che sono ciò che avviene con più facilità nell'ambito professionale. Le infiammazioni di altro tipo (ad esempio batteriche), essendo di carattere medico e non riabilitativo, non verranno trattate.
Nel caso di attività fisiche ripetitive, come la pratica musicale, se non si risolve l'infiammazione allo stato acuto tramite il riposo, il ghiaccio e l'uso di farmaci, è molto facile che i tendini passino da uno stato di tendinite a uno stato di tendinosi. La tendinosi è quindi il risultato di ripetuti microtraumi a carico dei tendini e si differenzia dallo stato acuto di tendinite per assenza della risposta infiammatoria e mancato beneficio con l'uso di farmaci antinfiammatori. Le articolazioni più colpite per quanto riguarda i musicisti sono sicuramente spalle, gomiti e polsi in quanto, esattamente come nelle situazioni acute, sono le articolazioni sotto maggiore stress. E' possibile che in una situazione di tendinosi sia presente anche una problematica miofasciale poiché, i muscoli usurati e indeboliti, lavorando male, costringono i muscoli vicini a uno sforzo eccessivo attivando quindi i loro TP. Viceversa, un TP attivo, causando dolore e disfunzione può sovraccaricare il suo muscolo generando secondariamente infiammazione.
I sintomi di una tendinosi sono quindi: dolore urente che peggiora durante e dopo l'attività usurante, rigidità e difficoltà di movimento. La diagnosi viene eseguita dal medico tramite raccolta dei dati anamnestici ed eventuali esami diagnostici. Il trattamento è quasi sempre di tipo conservativo con il riposo dall'attività scatenante e la fisioterapia per ristabilire il giusto equilibrio muscolare, migliorare l'articolarità e rinforzare tutto il distretto anatomico interessato. Talvolta, se la terapia conservativa non è efficace, si può pensare all'intervento chirurgico.
Ad ogni modo, il miglior modo per trattare una tendinosi è sicuramente la prevenzione! Bisogna cercare di non arrivare mai a uno stato di infiammazione cronica dei tendini per evitare di incorrere in sfilacciamenti o rotture degli stessi che non faranno altro che aumentare il dolore e i tempi di guarigione. Se c'è già una condizione di infiammazione acuta, la prevenzione per la tendinosi si baserà sul riposo, l'uso di ghiaccio e farmaci antinfiammatori ma è bene che la prevenzione venga effettuata prima di arrivare a un qualsiasi stato patologico. Quindi, è fondamentale eseguire delle pause durante la pratica, esercizi di riscaldamento e defaticamento, variare il repertorio ed eseguire un'attività fisica anche leggera parallelamente allo studio dello strumento. Nel caso in cui si manifestino dei sintomi di infiammazione come il dolore è necessario contattare una figura medica e riabilitativa tempestivamente.
Ascoltate sempre il vostro dolore e preoccupatevi di trovare una soluzione, conviverci non è la risposta.