La postura: l'importanza degli spazi

La postura di un musicista ha molti altri fattori da considerare, uno su tutti lo spazio
Nel post precedente abbiamo visto l'importanza di classificare la postura di un musicista secondo lo strumento suonato poiché, è proprio quest'ultimo che la caratterizza per la maggior parte. Quindi, dividere gli strumenti in simmetrici e asimmetrici è già un buon punto di partenza per comprendere il lavoro muscolare svolto e quali siano le strutture articolari più colpite, ma anche per prevedere quali siano i disturbi più frequenti per ciascuno strumento.
L'ambiente musicale però, non è mai semplice e anzi, varia moltissimo. Per questo motivo, è necessario prendere in considerazione ulteriori aspetti riguardanti la postura, per poter avere un quadro completo e affrontare al meglio la prevenzione e il trattamento di PRMDs.
Un primissimo aspetto da considerare è quello, per cui, la maggior parte degli strumenti possono essere suonati sia da in piedi che da seduti. La stazione eretta è preferita nella pratica a casa e nelle situazioni soliste, mentre la posizione seduta è, per questione di spazi, pressoché obbligatoria nelle lezioni scolastiche in conservatorio e nelle orchestre. Questo primo punto ci dice già una cosa importante: la postura varia in base al contesto e la posizione in piedi, più libera, genera tendenzialmente meno problemi.
Dal primo punto si può capire però, anche un altro fattore che influenza fortemente la postura: lo spazio. In orchestra e in classe devono convivere numerosi strumenti di grandezze diverse in spazi molto ristretti. Questo fa sì che, il musicista, dovendo prestare attenzione al suono prodotto dal proprio strumento rispetto a quelli dei colleghi, porti il capo ancora più vicino allo strumento aumentando rotazioni, inclinazioni o flessioni innaturali della cervicale. Inoltre, sempre per la numerosità degli strumenti presenti, ogni musicista deve fare attenzione a non urtare i colleghi vicini, assumendo quindi una postura più costretta e rigida che non fa altro che aumentare la tensione muscolare e tendinea.
Sempre parlando di spazi, bisogna anche ricordare che, in orchestra, viene spesso condiviso un leggio ogni due strumentisti generando così due posture differenti per lo stesso strumento. Da uno studio su un gruppo di violinisti, è stato infatti osservato che, chi sta a destra del leggio (immaginando di essere noi il leggio e di avere di fronte a noi i due violinisti) ha una postura più ruotata e con ridotta mobilità rispetto al collega a sinistra. Nonostante questo, è interessante notare che, la maggior parte dei violinisti presi in esame ha dichiarato di preferire la posizione a destra del leggio per una sensazione di maggior libertà e movimento.
Inoltre, la disposizione semicircolare dell'orchestra rispetto al direttore fa sì che, all'interno della stesso gruppo di musicisti (ad esempio i violini), ogni musicista abbia una postura leggermente diversa dal collega. Un musicista in posizione laterale avrà quindi una posizione più svantaggiata e più ruotata in confronto al collega posto più centralmente rispetto al direttore.
Infine, un'ultima considerazione importante è quella del contesto ambientale. Le orchestre suonano spesso in ambienti bui e poco illuminati (soprattutto se accompagnano uno spettacolo, dove l'orchestra suona nella cosiddetta "buca d'orchestra"). Questo comporta un maggior sforzo visivo da parte dei musicisti che, per leggere lo spartito, protendono il collo in avanti causando ulteriore stress al tratto cervicale.
Come si può quindi capire, la postura è qualcosa di complesso ed estremamente variabile ma, se si valuta il musicista nella sua interezza e si prendono in considerazione tutti questi aspetti, la prevenzione e il trattamento risulteranno molto più facili da eseguire.
BIBLIOGRAFIA
Spahn C, Wasmer C. "Comparing violinists' body movements while standing, sitting and in sitting orientations to the right or left of a music stand". Med Probl Perform Art. 2014; 29(2):86-93.