Iperlassità legamentosa

30.11.2020

Che cos'è l'iperlassità? Può essere dannosa?

Il post di oggi vuole affrontare una condizione molto frequente fra i musicisti, che è stata già accennata in precedenti post: l'iperlassità legamentosa. La maggiore mobilità articolare e legamentosa può comportare dei vantaggi, soprattutto in relazione all'attività lavorativa o sportiva che si esegue. Essere più flessibili ci permette di sopportare meglio i carichi prolungati e di adattarci a situazioni stressanti o a posture innaturali. Un'iperlassità però, comporta un grado estremo di flessibilità ed è quindi rischiosa e dannosa. Per questo è importante conoscere questo argomento ed intervenire se necessario.

Ogni articolazione del nostro corpo, grazie a muscoli, tendini e legamenti, ha un certo grado di mobilità che permette di eseguire movimenti anche molto complessi, rimanendo comunque stabile ed evitando così traumi. Talvolta però, i legamenti possono presentare una condizione di minor robustezza e tenuta causando quindi una riduzione della stabilità articolare. Questa condizione comporta innanzitutto un indebolimento muscolare e una maggior possibilità di distorsioni e lussazioni che, nei casi più gravi, causano fratture ossee e lesioni vascolo-nervose. Inoltre, un'iperlassità può causare, come conseguenza, altre condizioni come il piede piatto, il valgismo di ginocchio e la scoliosi. Le articolazioni maggiormente interessate sono ginocchia, spalle, gomiti, polsi e dita. Una persona può presentare iperlassità anche solo in alcune articolazioni, senza avere un quadro sistemico.

Le cause di una maggiore lassità o addirittura di un'iperlassità sono diverse, alcune sono anche transitorie e si possono quindi distinguere due tipi di lassità: congenita o acquisita. La lassità congenita è data da fattori genetici e ormonali predisponenti. Innanzitutto l'età, i bambini sono notoriamente più lassi e "flessibili" a causa del tessuto connettivo non ancora sviluppato perfettamente. Crescendo, le articolazioni diventano più stabili e i legamenti più forti. Un'altra causa è il sesso, le donne hanno articolazioni più mobili e talvolta ipermobili a causa della presenza di estrogeni. La gravidanza poi, allo scopo di aumentare la mobilità della colonna e del bacino per il passaggio del feto al parto, comporta un aumento di lassità legamentosa generalizzato. Alcune persone, per la semplice predisposizione genetica, presentano articolazioni più mobili al di là di età e sesso. Inoltre, alcune patologie come la Sindrome di Down o la Sindrome di Ehlers-Danlos presentano questa condizione. La lassità acquisita è invece, nella maggior parte dei casi, la conseguenza di traumi articolari, spesso ripetuti, come distorsioni e lussazioni che, a lungo andare, causano un'alterazione della robustezza e della tenuta legamentosa, aumentando l'instabilità articolare. Nel post sulle lussazioni di spalla avevamo infatti visto come una lussazione traumatica spesso porta ad ulteriori lussazioni causate da movimenti innocui. Alcune attività sportive e professionali come la ginnastica artistica e ritmica portano l'atleta ad una lassità legamentosa acquisita per via dei numerosi anni di allenamento e dell'adattamento corporeo all'esercizio.

I musicisti, a causa di movimenti complessi, molto rapidi e spesso ampi, presentano facilmente una maggiore flessibilità articolare acquisita, soprattutto delle dita. In alcuni casi però, questa condizione, associata a fattori genetici come età e sesso, può sfociare nell'iperlassità comportando ulteriori sintomi, oltre all'aumentato rischio di distorsioni e lussazioni.  Quello che avviene è che, nel tentativo di controllare il movimento fine da eseguire per suonare, un musicista è portato inconsapevolmente ad irrigidire la muscolatura di tutto l'arto causando così maggiore stress muscolare, dolore e rigidità articolare. La conseguenza è quindi un dolore generalizzato e una sindrome da sovraccarico di tutto l'arto coinvolto. inoltre, a lungo termine, un'iperlassità comporta un aumento dei fenomeni degenerativi come artrosi e formazione di osteofiti perché l'articolazione, cercando continuamente  di stabilizzarsi, esegue un enorme sforzo, usurandosi più facilmente. Giovani musiciste o musiciste incinta (o che hanno da poco partorito) sono sicuramente i soggetti che più facilmente presentano questa caratteristica.

L'iperlassità non è considerata una patologia ma semplicemente una caratteristica che può predisporre ad altre condizioni e/o traumi. Tramite alcuni segni, è possibile evidenziare la presenza di iperlassità in una persona: iperestensione dell'indice; iperabduzione del pollice a polso flesso; flessione della schiena con mani per terra; recurvato di ginocchio e recurvato di gomito. La presenza di questi 5 segni tutti insieme sono già indicativi di un'iperlassità generalizzata, ma ricordiamo che l'iperlassità non si verifica per forza a tutte le articolazioni. 

Alcuni segni che indicano un'iperlassità generalizzata
Alcuni segni che indicano un'iperlassità generalizzata

Il trattamento viene preso in considerazione solo nel caso in cui questa condizione abbia portato a delle conseguenze come lussazioni o fratture. In questi casi si può valutare sia l'intervento chirurgico che quello conservativo. La cosa più importante però, se si osserva una maggiore mobilità articolare o addirittura un'iperlassità, è di prevenire eseguendo fisioterapia per rinforzare la muscolatura altrimenti debole e stabilizzare l'articolazione. Esercizi mirati al rinforzo muscolare e alla mobilità possono aiutare a prevenire conseguenze dolorose senza rinunciare al vantaggio di avere articolazioni elastiche. La prevenzione viene fatta anche grazie agli esercizi di riscaldamento che, rilassando il corpo prima della pratica, permettono di lavorare senza irrigidirsi in maniera incontrollata. Quindi, come sempre, la prevenzione, il lavoro d'equipe e la collaborazione con il paziente sono le armi migliori per trattare qualsiasi condizione.


BIBLIOGRAFIA

Grassi FA, Pazzaglia UE, Pilato G, Zatti G. "Manuale di ortopedia e traumatologia". Seconda edizione, Elsevier, 2012  

https://www.albanesi.it/medicina-sportiva/lassita-legamentosa.htm

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