I Trigger Points

Che cosa sono i Trigger Points?
La scorsa volta abbiamo visto che cosa sono le lussazioni e abbiamo visto come trattarle. In questo nuovo post vedremo un aspetto estremamente comune, molto sottovalutato e spesso responsabile di moltissimi dolori muscolari e non solo: i trigger points. I trigger points (letteralmente "punti grilletto"), sono stati per la prima volta studiati dalla dottoressa Travell e dal dottor Simons negli anni '40 e sono definiti come bandellette ischemiche, rigide e poco contrattili all'interno del sarcomero. Il sarcomero è l'unità contrattile del muscolo: tanti sarcomeri formano la fibra muscolare, tante fibre formano il muscolo. Queste bandellette, rendendo più rigido il muscolo ne limitano la sua efficienza, indebolendolo e generando dolore, anche a distanza.

Alla palpazione i TP risultano essere come delle noccioline dure che generano un dolore urente, come una puntura, che però non è sempre presente, ma anzi si attiva solo con alcuni movimenti che sollecitano il muscolo responsabile. La caratteristica principale da sapere dei TP è che, oltre ad essere attivi o latenti, in associazione all'area dolorosa in loro corrispondenza, generano anche un dolore riferito a distanza. Ad esempio, un TP attivo del muscolo Soleo, il muscolo che insieme al Gastrocnemio forma il polpaccio, genera un dolore puntiforme alla schiena, che viene spesso scambiato per sacroileite (infiammazione del bacino). I trigger point, inoltre, sono punti specifici dei muscoli ed infatti è possibile individuarli grazie alle mappe create e ora aggiornate da Travell e Simons, massimi esperti e autori di diversi libri a riguardo.
Un'altra cosa molto importante da sapere è che un TP è diverso da un'infiammazione ed ha quindi bisogno di una fonte calda per "sciogliersi". Spesso infatti, i TP vengono scambiati per dolori infiammatori che invece necessitano di fonti fredde e, inoltre, non viene individuato correttamente il muscolo primario che causa disfunzione anche in altri muscoli, generando un dolore multiplo e con più zone d'interesse. Altre caratteristiche di un TP da considerare sono:
- Se il trigger è particolarmente grande, oppure si trova vicino ad un nervo o un vaso, potrebbe creare dei sintomi che interessano il sistema neurologico o addirittura problemi di tipo circolatorio
- La cute subito sopra un TP è spesso più calda rispetto alla cute circostante a causa di un aumento dell'attività metabolica, oltre ad una congestione della circolazione
- Una cicatrice rigida può limitare i movimenti dei tessuti molli creando una limitazione nel movimento di una determinata articolazione
- Una carenza di acido folico, problemi ormonali o di ipotiroidismo, carenze di vitamine o minerali possono essere causa di un trigger.
Un trigger point "disattivato"può sempre ripresentarsi più avanti, soprattutto se si compiono gli stessi gesti e si assumono le stesse posture per questioni lavorative o sportive. Come abbiamo già accennato, riconoscere in un TP la causa di un dolore o di una disfunzione è spesso difficile e i medici, non essendo abituati a studiarli e a considerarli, spesso li confondono per disturbi di tipo infiammatorio. Il fisioterapista deve perciò essere preparato e in grado di distinguere una problematica infiammatoria da una miofasciale e di individuare un TP, al fine di trattare e risolvere la disfunzione. Il trattamento può avvenire secondo diverse strategie ma la cosa importante è usare il calore. Borsa dell'acqua calda, cerotti riscaldanti, digitopressione e agopuntura sono tutti metodi efficaci. I farmaci comunemente usati (antinfiammatori e antidolorifici) e il ghiaccio invece, hanno un effetto minimo se non addirittura nullo. Una volto tolto il dolore e "disattivato" il TP responsabile, è sempre bene lavorare anche sul ripristino della corretta sinergia muscolare, sulla postura e sull'elasticità di tutto il corpo.
I TP possono colpire chiunque ma, a causa dei movimenti ripetuti e degli alti carichi di lavoro, è più facile che colpiscano gli sportivi. Come abbiamo detto in uno dei primi post, i musicisti sono atleti ad alto livello e per questo anche loro possono essere facilmente interessati da dolori miofasciali. In base alla mia esperienza lavorativa anche con i musicisti, salvo effettivi traumi (fratture, lesioni tendinee etc), un dolore generico è quasi sempre causato da uno o più Trigger Point attivi. Per questo, ancora una volta, è giusto sottolineare l'importanza di consultare una figura medica e riabilitativa se compaiono dolori e/o disturbi.
Personalmente, ho seguito il corso del dottor Francesco Ticchi, bravissimo fisioterapista che mi ha insegnato a individuare con semplicità un problema miofasciale e a trattare i TP. Nel prossimo post vedremo da vicino un caso clinico di Trigger Point.