Cervicalgia e cervicobrachialgia

09.11.2020

Quando si verifica una cervicalgia? Qual è la differenza con una cervicobrachialgia?

Nello scorso post abbiamo parlato di ernie, vedendo che cosa sono, come si formano e che sintomi possono dare. A livello della cervicale, abbiamo visto che le ernie sono un fenomeno abbastanza raro e che, quando si verificano, sono di tipo duro. Nel post di oggi, vedremo più nello specifico l'argomento delle ernie cervicali e parleremo quindi di cervicalgie e cervicobrachialgie. Inoltre vedremo che, spesso, i Trigger Point di collo e spalle possono creare una sintomatologia simile a quella data da un'ernia discale.

Partiamo dicendo che i termini "cervicalgia" e "cervicobrachialgia" significano semplicemente "dolore alla cervicale" e "dolore a cervicale e arto superiore" e, pertanto, indicano un sintomo e non una diagnosi! Inoltre, questi due termini non dicono nulla sulla causa del dolore che, come vedremo, può essere dato sia da ernie che da TP.

Iniziamo quindi parlando di ernie. In sede cervicale, le alterazioni del disco sono condizionate da due fattori: la presenza delle articolazioni unco-vertebrali che facilmente creano osteofiti (piccole neoformazioni ossee che limitano lo spazio del disco, delle radici nervose e del midollo) e il volume limitato del nucleo polposo rispetto all'anulus fibrosus. Quindi, come abbiamo visto nel post precedente, le ernie cervicali sono molto spesso di tipo duro, formate da materiale discale e tessuto osteo-cartilagineo e si verificano per lo più come degenerazione discale associata allo scivolamento delle vertebre. Questa condizione comporta la riduzione della fisiologica lordosi e un'instabilità segmentaria.

Le cause della comparsa di un'ernia cervicale sono soprattutto traumi come il colpo di frusta, ma anche l'aumento dei carichi sul rachide, posizioni e movimenti statici o ripetuti e degenerazione artrosica. Le sedi più colpite sono sicuramente le ultime vertebre del tratto cervicale, ovvero C5, C6 e C7.

In base alla sede di erniazione, possiamo avere un quadro di cervicalgia o di cervicobrachialgia. Il primo caso si verifica quando le radici coinvolte sono quelle superiori (C2, C3 e C4), che formano il plesso cervicale e innervano la nuca, il volto e i muscoli del collo. I sintomi saranno quindi dolore nella zona posteriore del collo e della nuca, cefalea e disturbi sensitivi all'orecchio.

Al contrario, ernie in sede più bassa (C5,C6 e C7), interessano il plesso brachiale e, di conseguenza, causano sintomi anche all'arto superiore. In particolare, avremo dolore al collo, senso di rigidità, dolore che si irradia lungo l'arto superiore, parestesie e formicolii all'arto superiore, difficoltà di movimento e riflessi alterati. Inoltre, a causa del dolore, si potrà verificare la contrattura dei muscoli paravertebrali e del collo.

Nel caso di un'effettiva ernia sintomatica, qualunque sia la sua sede, la terapia può essere sia di tipo conservativo che chirurgico. Per il trattamento conservativo è prevista la fisioterapia per migliorare l'articolarità, scaricare il peso e la rigidità del rachide, rilassare la muscolatura del collo e recuperare i moviementi dell'arto superiore. Inoltre, per migliorare lo stato muscolare è possibile aggiungere alla fisioterapia dei massaggi e del calore da applicare su collo e spalle. La terapia chirurgica viene scelta nei casi più gravi dove l'ernia ha causato la paralisi della muscolatura, dove viene coinvolto il midollo spinale (mielopatia) e nei casi in cui la terapia conservativa abbia fallito.

Nello scorso post abbiamo visto però che le ernie sono spesso asintomatiche e non sono quindi la reale causa dei sintomi riferiti dal paziente. Nel caso del tratto cervicale, una sintomatologia simile a quella di un'ernia può essere data dai Trigger Points di alcuni muscoli. In particolare, i TP dei muscoli Scaleni e del Trapezio, hanno irradiazione che coinvolge sia il collo che il braccio, ricordando di fatto, un'ernia cervicale e causando quindi cervicalgia e cervicobrachialgia. Di conseguenza, sarà importante, da parte di medico e fisioterapista, valutare la situazione ed eseguire una diagnosi differenziale per escludere la presenza di ernia.

Il trattamento per i Trigger Points si baserà sulla vascolarizzazione e il rilassamento muscolare tramite massoterapia, tecarterapia o digitopressione e, successivamente, sul riprestino si una corretta postura e sull'allenamento muscolare per aumentare la resistenza agli sforzi.

I musicisti, sono una categoria professionale che fa enorme uso del tratto cervicale, spesso adottando posture scorrette, asimmetriche e innaturali per lungo tempo. I casi più eclatanti sono sicuramente il violino e la viola dove, il collo, per sostenere lo strumento, è costretto a una flessione, associata a rotazione e inclinazione. Lo stress cervicale è quindi notevole e a causa dell'elevato numero di ore dedicate alla pratica, la cervicale può facilmente subire degenerazione artrosica, erniazioni e attivazione di Trigger Points. Anche gli altri strumenti, seppur in maniera minore, possono essere facilmente interessati da problematiche cervicali. Gli strumenti a fiato ad esempio, comportano anch'essi rotazioni e flessioni scomode con il collo, uno su tutti il flauto traverso.

Nel caso in cui si verifichino dei sintomi, è importante contattare un medico o un fisioterapista per cercare di risolvere il problema. Il tratto cervicale, più di altre zone anatomiche, è indispensabile per la vita quotidiana e, per questo, un dolore o un disturbo in questa zona non va assolutamente sottovalutato. Come abbiamo già ripetuto molte volte, la prevenzione rimane l'arma migliore. In questo caso, può essere molto utile eseguire dei cicli prolungati di massoterapia (ad esempio un massaggio a settimana), in modo da mantenere un buon trofismo muscolare e non andare incontro a contratture croniche. Inoltre, il riscaldamento della cervicale tramite alcuni semplici esercizi, può essere un'ottimo strumento prima di iniziare la pratica musicale.

Nel prossimo post, continueremo il discorso sul tratto cervicale affrontando un disturbo molto frequente: il mal di testa.


BIBLIOGRAFIA

Grassi FA, Pazzaglia UE, Pilato G, Zatti G. "Manuale di ortopedia e traumatologia". Seconda edizione, Elsevier, 2012   

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